ANALOG by stevenlob

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autore:stevenlob [stevenlob]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2016-03-03T10:26:29+00:00


20.

Base lunare Columbus

Intraprendi qualsiasi azione necessaria per assicurare la sopravvivenza del tuo equipaggio.

Le parole di Celeste McConnell risuonavano ancora nelle orecchie di Bernard. Non aveva speso tutto quel tempo alla scuola per astronauti e ai periodici corsi di aggiornamento per imparare ad arrendersi e morire. Sapeva come fare delle scelte, come trovare delle soluzioni, come combattere. E ora era giunto il momento di dimostrarlo.

L'esperienza terribile della Grissom, sette anni prima, gli aveva insegnato che non sempre si ha una seconda possibilità. E Celeste non gliene aveva date. Aveva scaricato tutto sulle sue spalle. Bene, d'ora in poi non avrebbe avuto il diritto di lamentarsi se non fosse stata d'accordo con la tattica che lui avrebbe scelto. Aveva intenzione di costringerla a affrontare il loro caso. Doveva convincerla a lasciarli ritornare sulla Terra.

Stropicciandosi la mascella, Chu entrò nello spaccio della base, che veniva tenuto sempre aperto a causa dei diversi orari di lavoro dell'equipaggio. Dato che sulla Luna i giorni e le notti duravano due settimane, i ritmi di lavoro terrestri avevano ben poco significato.

Il locale era arredato con tavoli e sedie fatti di pezzi di metallo recuperato dai primi cargo che erano sbarcati sulla Luna. C'era un cilindro lungo cinquanta metri, ma per mangiare ne utilizzavano solo un terzo. La cambu-sa era nascosta da una tenda divisoria formata da teli di plastica. Sulle pareti, alcuni membri dell'equipaggio avevano scribacchiato dei graffiti dal tono sarcastico ma generalmente bonario.

Dentro c'erano solo Lon Newellen e Bryan Zimmerman. Vedendolo entrare, Newellen lo salutò indicandogli quello che sembrava un pezzo di pizza. «Vieni qua, Chu. Ne vuoi un po'?»

Chu guardò incredulo il piatto. «Ah, è così?» La loro dieta era sempre stata rigidamente controllata dall'Agenzia. «Cos'è successo a tutta quella roba priva di grassi e ad alto contenuto proteico che hanno sempre richiesto i dietologi?»

«Tieni qua» disse Newellen spingendo verso di lui il piatto con l'ultimo pezzo di pizza. «Assaggia.»

Chu si mise a sedere di fronte agli altri due, ancora indeciso se mostrarsi socievole o seccato. I suoi occhi si illuminarono non appena ebbe dato il primo morso. «È buona... buonissima! Come cavolo avete fatto?»

Newellen diede una pacca sulla spalla a Zimmerman. Il pilota sorrise debolmente, poi riprese la sua solita espressione assente. «È il nostro amico Zimmerman la nostra arma segreta.» Seduti uno di fianco all'altro, il corpulento Newellen e il compassato Zimmerman sembravano Stanlio e Ollio. «Origano, basilico e pepe... spezie, insomma. Proprio come Marco Polo! Le ha portate l'amico Zimmerman! Tutta quella roba che l'agenzia dice che fa male al metabolismo.»

«Effetti personali» spiegò Zimmerman. «Posso portarne cinque chili ogni volo.»

«Da quando hanno deciso che ci avrebbero usato come base di dati per le ricerche biomediche, l'amico Zimmerman ha iniziato ad accumulare questa roba e a portarla su» aggiunse Newellen. «Si stupirebbe se sentisse che affari si possono fare con i giapponesi.»

Chu assaporò la pizza. Prima tutti quegli anni su Columbus, poi quei mesi alla Collins... era tantissimo che non mangiava qualcosa che non fosse insipido e dietetico. «E tutto questo è andato avanti sotto il mio naso per tutto questo tempo?» chiese.



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